Luoghi

Terme Tamerici

Montecatini Terme

Terme Tamerici, sala mescita. Credits: Comune Montecatini Terme

Per la decorazione delle nuove Terme Tamerici fu chiamato Galileo Chini che, già nel 1904 aveva segnato il volto della città termale, decorando il soffitto del salone delle feste del Grand Hotel La Pace, l’interno del Palace Theatre oggi non visibile perché distrutto e la facciata del Padiglione dei Sali Tamerici.

Per le nuove Tamerici Chini, insieme alla sua Manifattura Fornaci San Lorenzo, realizzerà pitture murali e vetrate, ceramiche, lucernari, pavimenti, camini e pannelli in maiolica policroma e a lustro con accenni di gusto esotico sviluppando in maniera personalissima la simbologia acquatica. 

Degno di nota il Salone di mescita, nel quale Chini raggiunge il massimo della propria creatività: nell’ambiente ceramiche dal disegno geometrico e dai colori neutri creano un alto zoccolo lungo le pareti, interrotto da grandi pannelli in maiolica con raffinate figure di putti fra fiori. Al centro di ogni pannello sono due rubinetti dai quali sgorgava la salubre acqua termale. I putti richiamano quelli dipinti da Chini per i pannelli della Sala della Giovane Etruria all’Esposizione Internazionale di Milano del 1906 e della Sala del Sogno alla Biennale di Venezia del 1907. Davanti ai pannelli con i putti due preziosissimi banchi da mescita realizzati in grès smaltato e sorretti da protomi leonine stilizzate, che ricordano immagini della cultura Thai che Chini avrebbe poi avuto modo di osservare dal vero in Siam.

Terme Tamerici, sala mescita. Credits: Comune Montecatini Terme

Approfondimento

Oggi lo stabilimento Terme Tamerici, non più attivo per le cure è aperto al pubblico gratuitamente. Nelle giornate estive più calde è un luogo perfetto dove rilassarsi leggendo un giornale davanti a un buon caffè nel verde del giardino che circonda la struttura. 

Alcuni arredi che si trovano nel parco hanno una provenienza particolare: vengono dalla Villa La Capponcina di Firenze, abitata da Gabriele d’Annunzio, il quale fu costretto a vendere numerosi oggetti in seguito ad uno dei suoi fallimenti. Negli anni ‘30 vi fu collocata la Fontana delle Naiadi di Mario Rutelli (1859-1941) che riproduce in miniatura quella che lo scultore realizzò per Piazza dell’Esedra a Roma.

Un’altra famosa fontana, decorata con un puttino e un ranocchio e detta Fontana Romanelli, si trova all’interno dell’edificio, in quella che era stata la rimessa per i fiaschi colmi della preziosa acqua salata e adesso ingentilita da stemmi, cartigli incastonati e da un frontone dipinto con due fieri angeli sorreggenti un cartiglio con la data 1910.

Storia

Le Terme Tamerici prendono nome dagli alberi che ancora si trovano vicino alla sorgente d’acqua rinvenuta nel 1843. Un Rescritto granducale aveva accordato ai proprietari, la famiglia svizzera Schmitz di Livorno, la facoltà di vendere la prodigiosa acqua e il sale, per la vendita del quale fu edificato nel 1903 il Padiglione dei Sali. Gli Schmitz rimasero proprietari dei “bagni” fino al 2 aprile 1902 quando la Società Nuove Terme fondata da Pietro Baragiola acquistò lo stabilimento. Nel 1906 fu dato l’incarico agli architetti Giulio Bernardini e Ugo Giusti di ammodernare lo stabilimento, nel 1909 iniziarono i lavori che durarono fino al 1911.  Lo stabilimento rinasce nel segno dell’ecclettismo e nella varietà di stili architettonici: arabo, spagnolo, rinascimentale, medievale, un pastiche aggraziato di decori barbari, moreschi e bizantini per far sognare i facoltosi frequentatori.

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