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Passeggiata del Lungomare e dintorni

Viareggio

Pannello del Villino Flora, Viareggio.
G. Chini, Pannello del Villino Flora, 914. Maiolica policroma, Villa Privata. Foto fornita da Maria Adriana Giusti.

La passeggiata del Lungomare di Viareggio è il luogo dove si trovano la maggior parte delle opere di Chini. Molti sono edifici eclettici, neo liberty e Dèco, unificati dalla bellezza delle sue ceramiche, altri edifici decorati si trovano nelle vie adiacenti: insieme rendono Viareggio un museo all’aperto dell’arte di Galileo Chini e della sua Manifattura Fornaci San Lorenzo.

Il primo intervento documentato di Galileo Chini è del 1909, quando realizza la decorazione del Villino Brunetti, in viale Carducci 59, conosciuto anche come villino “Amor omnia vincit”, dalla scritta ripetuta nella decorazione ceramica del sotto gronda, dove si trovano anche piccoli eroti che sorreggono il nome del proprietario. Nel marcapiano una bellissima decorazione presenta putti carichi di ghirlande di frutti e foglie, nel prospetto su via Giusti si notano piccole barche con le vele con vento in poppa di un inconsueto color verde smeraldo. 

Proseguendo per via Giusti, poco dopo il Villino Brunetti, si trova al n. 32 la Pensione Belvedere con ceramiche della metà degli anni ’20, la decorazione ceramica poste sopra le aperture della facciata presenta un decoro di frutti e foglie e cordami marini, alternati a decorazioni geometriche, purtroppo oggi in cattive condizioni: l’umidità sta staccando le mattonelle decorate, soprattutto quelle della facciata verso il giardino.

In Viale Carducci 57 e 58, si trovano i Villini Chizzolini progettati dall’architetto Gaetano Orzali nel 1910. Tra le finestre delle facciate di entrambi gli edifici si alternano grandi riquadri ceramici con cornici in cemento, che raffigurano galeoni e caravelle che, col vento in poppa, solcano un mare calmo sui toni del turchese.

Al n. 38, angolo via Giotto si trova Villa Rospigliosi-Cerpelli, progettata da Goffredo Fantini nel 1902-3 in linee molto moderne per l’epoca, anni dopo fu leggermente modificata. L’apparato ceramico è più tardo, intono alla metà degli anni ‘20, e si presenta sui tetti e muri di cinta che sono ricoperti da tegole verdi e lungo il fianco che guarda il mare della casina del custode. Qui si trova un bel paramento geometrico di ceramica a lustri verdi e oro già con accenni decò, che risalta sul paramento di mattoncino rossi. Altre decorazioni ceramiche di grande importanza si trovano al’interno non visitabile.

Del 1912 è il Villino Flora al n. 6, che sulla facciata reca una magnifica figura di Flora, dall’atteggiamento classico, che si staglia su uno sfondo di fiori dal carattere secessionista, nel sotto gronda putti velati sorreggono nuvole di fiori. Nel villino adiacente, il Villino Domenici del 1920 la decorazione riguarda solo il piano terra dell’edificio, dove si trova un grande tondo ceramico con fiori e frutta, a richiamare i tondi robbiani, con all’interno mattonelle piane color giada dal sottile decoro all’orientale. 

Nel 1915 Chini decora nella vicina via d’Annunzio 28, all’angolo con il Viale Buonarroti, il Villino Caprotti-Tomei, sulle cui facciate putti in vesti leggere reggono grandi festoni colmi di fiori legati da svolazzanti nastri color cremisi, alternati a pannelli con motivi geometrici con un risultato decorativo di grande raffinatezza. 

Del 1924-25 è la decorazione del Villino Sofia, in Viale Manin 20, all’angolo di via Verdi, caratterizzata dalla bellissima fascia marcapiano decorata con cavalli marini che solcano onde dorate a ricciolo di straordinaria bellezza con tocchi d’oro che si illuminano alla luce del tramonto e il coronamento del tetto con putti e festoni in altorilievo, un unicum a Viareggio.

Dello stesso periodo è la vicina Villa Crastan, in Via Zanardelli 2, angolo Viale Manin, in cui il sotto-gronda è decorato con riquadri floreali che richiamano i decori delle ceramiche Iznik turche, alternati a pannelli rettangolari con racemi, vasi e uccelli. Sulle facciate riquadri ceramici, inquadrati da volute in cemento, illustrano detti e motti famosi. 

Sempre sul Viale Manin al numero 12 si trova l’Hotel Liberty, ex Villa Cataldi, progettata da Alfredo Belluomini nel 1923. La decorazione ceramica, che raffigura putti avvolti da nastri cremisi che reggono festoni di frutta e foglie di ispirazione rinascimentale, avvolge le aperture a timpano delle porte finestre che si aprono sui terrazzi a mare. Gli ultimi due piani sono stati aggiunti negli anni ’60 e ’70 del XX secolo. 

Andando sul lato del mare in Passeggiata troviamo Il Cinema-Caffè Savoia all’angolo di Pizza Campioni. Progettato da Alfredo Belluomini nel 1927-29, era un teatro-cinematografo e un caffè raffinato, frequentato anche da Guglielmo Marconi quando scendeva a Viareggio. La decorazione di Chini si trova al piano superiore che si affaccia sulla passeggiata, dove si trova un’ampia terrazza, sulle cui aperture tra lesene e timpani classici rifulgono le ceramiche raffiguranti pistrici e onde marine, che inquadrano le iniziali CS (Caffè Savoia o Cinema Savoia). 

Proseguendo al n. 37 troviamo la costruzione che segna l’ingresso del Bagno Balena, del 1928, su progetto di Alfredo Belluomini in collaborazione con Galileo Chini. Un arco moresco sovrasta l’apertura, la facciata tripartita è caratterizzata da elementi compositivi di sapore fra decò e moresco con evidenti richiami alla moschea di Cordoba in Spagna e grandi occhi ceramici a imitazione di pietre semipreziose caratterizzano la facciata. Nell’ingresso ombroso sotto l’arco una decorazione pittorica nei toni del blu, del verde e del rosso, trasforma il passaggio a mare in una sorta di sogno orientale. 

Proseguendo sul Viale Margherita (la cosiddetta Passeggiata) troviamo il Gran Caffè Margherita, realizzato da Alfredo Belluomini assieme a Galileo e Tito Chini di cui alla scheda dedicata (LINK)

In Viale Carducci, all’angolo di Piazza Puccini si incontra la grande mole dell’Hotel Excelsior, costruito nelle forme che vediamo oggi fra il 1923 e il 1925 dall’architetto Alfredo Belluomini. I due prospetti dell’edificio sono caratterizzati da balconcini, lesene e decorazioni in cemento che si rincorrono, le lunette sovra finestre sono decorate con pannelli ceramici raffiguranti uccellini e palme, mostri marini e fiori. Una grande cupola a squame gialle a azzurre poste a ziz-zag caratterizza tutta la struttura, sopra il portone d’ingresso una grande ceramica rettangolare raffigura due pistrici che sorreggono a scritta Salve. In questo momento l’edificio è in restauro e non è visibile.

All’angolo fra piazza Puccini e il Viale Buonarroti si trova Villa Puccini, costruita fra il 1919 e il 1921 su progetto dell’architetto Vincenzo Pilotti e dell’ingegnere Federigo Severini. Per questa villa dell’amico Puccini, Galileo Chini realizzò la decorazione della fascia di coronamento al sottotetto con maschere del teatro antico e strumenti musicali realizzati in gres ceramico a lustro, a chiaro omaggio alla professione del Maestro Puccini.

Proseguendo su Viale Buonarroti ai n.147-149, si incontrano due villini gemelli, i Villini Fontanella, del1919- 1920, dove Chini inserisce nei semplici prospetti di questi edifici un’insolita decorazione ceramica con volti di piccoli mostri marini fortemente aggettanti, dai particolari lustri color melanzana e dagli evidenti richiami orientali. 

Pannello del Villino Flora, Viareggio.
G. Chini, Pannello del Villino Flora, 914. Maiolica policroma, Villa Privata. Foto fornita da Maria Adriana Giusti.

IN CENTRO CITTÀ

Villa Argentina

A Villa Argentina Chini realizza il più grande paramento ceramico della città: un susseguirsi di putti, festoni e rami intricati popolati da splendidi uccelli. I putti recano cesti di frutta e fiori, incorniciati da motivi a scacchiera di gusto secessionista, mentre i grandi pannelli rettangolari, con una profusione di intricati racemi vegetali e uccelli variopinti, si alternano a paraste più geometriche ma con rimandi vegetali. 

Arciconfraternita delle Misericordia

La sede dell’Arciconfraternita delle Misericordia, in via Cavallotti, fu inaugurata nel 1926. Nel suo impianto decorativo Chini si avvale della collaborazione del cugino Tito. Nella parte centrale della facciata si trova una quadrifora, su sottili colonnini marmorei, il cui arco a tutto sesto è decorato da mattonelle ceramiche bianche e nere poste a zig-zag e ornate da motivi geometrici in oro; in basso, negli spazi tra i quattro archetti della quadrifora, si trovano tre scodelle decorative sui toni cangianti del verde. Al piano superiore è un grande pannello di sapore michelangiolesco, in cui due grandi figure femminili, che rappresentano la Carità e La Misericordia, affiancano il simbolo della confraternita; la figura di destra ricalca la figura della Sibilla Delfica della Cappella Sistina.

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