L’ Arte della Ceramica

Campionario di piastrelle di forma rettangolare o quadrata con motivi floreali, zoomorfi e marini. Maiolica policroma a lustri. Piastrella con navicelle.

… Un moto di ribellione, l’amor proprio ferito.

Siamo nel 1896 e questa fu la reazione di Galileo Chini alla notizia della vendita alla Richard di Milano della storica Manifattura Ginori, che dal 1735 tanto lustro aveva dato alla Toscana. Nelle sue memorie Chini ricorda il senso di rivolta che provò con gli altri amici artisti che si riunivano ai tavoli del Caffè Nacci in Piazza Beccaria quando seppe della vendita.

Il gruppo decise: se Doccia non era più fiorentina, essi stessi avrebbero gettato un nuovo seme, fondando una manifattura, con la certezza e la fiducia nelle proprie capacità, l’ardore della gioventù e gli stessi ideali.

La prima manifattura

Nacque così nel 1896 a Firenze “L’ Arte della Ceramica”, con Galileo Chini come Direttore Artistico, Vittorio Giunti Direttore Tecnico, Giovanni Montelatici e Giovanni Vannuzzi esecutori. Chini disegnava i motivi più adatti per essere dipinti sulla preziosa superficie dei vasi e dei pannelli, suggerendo i colori e collaborando alla realizzazione; i manufatti erano aggiornati alle ultime tendenze artistiche europee, con decorazioni ispirate ai Preraffaelliti e all’Art Nouveau, riviste con la sua sensibilità tutta toscana. 

La produzione della Manifattura ebbe immediato successo, e riportò importanti riconoscimenti in ogni manifestazione a cui fu presentata, in Italia e all’estero. Collezioni private e pubbliche si arricchirono presto delle preziose ceramiche, e la stessa Zarina Alexandra di Russia ne scelse alcune per la sua collezione personale. Dopo alcuni anni di grandi successi i rapporti fra i soci si deteriorarono e Galileo Chini e il cugino Tito, che nel frattempo era entrato a lavorare nella manifattura come Direttore Tecnico, abbandonarono l’impresa. 

Le Fornaci di San Lorenzo

Nel 1906, ancora insieme, fondarono a Borgo San Lorenzo, a pochi chilometri da Firenze, una nuova impresa, le Fornaci San Lorenzo; anche con questa fabbrica continuarono una produzione all’avanguardia, che si avvaleva della cultura artistica di Galileo e dell’abilità di Chino, tecnico e sperimentatore di procedimenti sempre nuovi.  

A questa produzione fu affiancata quella di vetri e vetrate di altissimo livello artistico. Come per l’Arte della Ceramica il successo fu immediato: basti dire che a New York era Tiffany il loro agente, e ad Alessandria d’Egitto avevano un negozio che li rappresentava. La manifattura produceva anche decori ceramici di grande qualità per l’architettura; le maggiori commissioni furono quelle per le Terme Tamerici di Montecatini (1910), per varie ville e villini a Viareggio, Montecatini e Borgo San Lorenzo, e soprattutto per la grandiosa decorazione delle Terme Berzieri a Salsomaggiore, inaugurate nel 1923. Per realizzare quest’ultima fu necessario costruire nuovi forni e incrementare la manodopera, tale era la mole di lavoro e l’impegno per rivestire completamente l’enorme edificio. Il risultato meritò ogni sforzo profuso, tanto che all’epoca i giornali lo definirono il più bello stabilimento termale del mondo. 

Negli anni successivi L’Arte della Ceramica continuò a produrre sia opere artistiche che decorazioni architettoniche, partecipando con grande successo nel 1925 all’Esposizione di Parigi, che consacrò il movimento Decò.

L’ eredità di Galileo

Dopo il 1925 Galileo Chini rinunciò per contrasti interni alla direzione artistica della manifattura, e pur continuando a collaborarvi se ne allontanò progressivamente. Tito Chini, figlio di Chino, assunse la direzione, che successivamente passò al fratello Augusto. Gli anni ‘30 portarono un cambiamento di gusto, così che la produzione per l’architettura si ridusse. Poi venne la guerra e il terribile bombardamento del dicembre del 1943, che distrusse quasi completamente la fabbrica. 

Nonostante le avversità, la Manifattura riuscì a riaprire in società con la Ditta Pecchioli. Oggi la sua attività prosegue nel segno della creatività chiniana, grazie ad un nuovo partner belga, sotto la direzione artistica del figlio di Augusto, Vieri Chini, e dei suoi figli Matteo e Cosimo.